Torchio di Catone
MUVIT Museo del Vino
XVIII secolo
legno, ferro e pietra
Il monumentale torchio settecentesco e i due “pliniani” esposti nella stessa sala, dedicata alla vinificazione, rappresentano le tipologie più diffuse in Umbria. Tracce archeologiche dei due tipi di torchio sono state rinvenute negli scavi dell’area vesuviana e a Cosa (Ansedonia). Il torchio “catoniano”, così chiamato perché descritto per la prima volta da Catone il Censore nel II secolo a.C., veniva fatto funzionare da due uomini.
Ruotando la grande vite nella parte anteriore del torchio, si sollevava la trave in legno di quercia lunga dodici metri; una volta sollevata la trave, ne veniva controllata la discesa (tramite l’uso di cunei lignei) a pressare l’uva che riempiva il contenitore, fatto di listarelle verticali attraverso le quali fluiva il mosto pronto per essere imbottato. Proveniente dalla cantina della Canonica di Gubbio, la sua ultima vendemmia fu nel 1973.